"L'uomo senza macchina da presa" 1973-'81-'89
Filmstenopeico 16 mm bianco e nero/colore, muto, 18 ftg/s, 13'
(dedicato a Rainer Gemma Frisius)
Questo film, come dice il titolo vertoviano è stato eseguito senza
macchina da presa, più precisamente è un utensile autoprogettato
per restituire immagini, liberate dall'ottica e dalla meccanica.
Lo sostituirsi alla cinepresa tradizionale fa parte di un mio, ormai
prolungato gesto verso la spogliazione di una tecnologia di consumo,
tossico della creatività pura. Questa strana cinecamera è una
semplice asta cava di metallo, spessore cm 1, larga cm 2 e alta
poco più di un metro. Alle estremità due bobine raccolgono il film
in 16 mm. Il suo trascinamento avviene manuale, con tempi e spazi
intermedi. Le immagini entrano simultaneamente attraverso 50 fori
distribuiti su di un lato in prossimità di ogni fotogramma, i quali
vengono in sostanza a comporre 50 piccole camere obscure a foro
stenopeico (dal greco Stenos=Corto e dal Tema Op di Orao=Vedere).
Questi piccolissimi fori messi di fronte, per esempio, ad una figura
in piedi, la vanno ad esplorare nella sua verticalità senza però alcun
movimento, proprio perché ogni foro riprenderà il punto, il dettaglio
in cui si verrà a trovare. Uno dei risultati più evidenti sarà appunto,
quello di trovarsi di fronte ad un "movimento di macchina" mai
avvenuto. Compulsazioni pneumatiche un po' stregate;
allontanamenti e attraversamenti sul volto e sul corpo ricostruiti
con cinquanta punti-immagine.