Chiesa detta "La Rotonda" (Ro), 1980, Cibachrome stenopeica (pinhole), cm 20x25
P.Gioli "Architettura nello spazio stenopeico", 1980
Paolo Gioli "Architettura nello spazio stenopeico" 1980
Se Italo Zannier non mi avesse «ordinato» di prolungare la mia indagine fotostenopeica anche nell'architettura, forse un'opinione che mi portavo indiscussa sulla teoria della prospettiva, ecc. sarebbe stata privata di un punto di vista che trovo ora indispensabile. Vedere formarsi volumi e geometriche prospettive attraverso un punto di lapis, questo punto reso trasparente
da un foro di un ago e con esso appunto vedere cogliersi «attraverso» una immagine di una «fedeltà» tutta particolare.
Purificato il gesto del come prendere e restituire atmosfere e tagli visivi insospettabili, senza sbarramenti ottici ne chiusure intermedie, bensì l'unica ed irreversibile situata a filtrare la fascinosa rifrazione. Il senso di questa operazione, cioè quello di riprendere oggetti e cose e vecchi palazzi in siffatte condizioni, sta anche nelle curiose autodiscipline di cui si viene immettere
tutta la nostra capacità di osservare, misurare, e rapportare, con mente e concentrazione, sguardi più rivolti al positivo unico, reale, diretto positivo stenopeico.
In questo caso l'uso del supporto Cibachrome-A come matrice originale, strepitosamente satura di copulazioni perfette, viene ad arricchire il fenomeno che dicevo, pur lasciando che l'immagine subisca il sempre sorprendente spostamento d'inversione dei raggi. Raggi massicci nel portare ultravioletti, vero spauracchio delle materie cromatiche fotosensibili; in questo
caso filtrati da un vetrino giallo intenso, in altro caso lasciati entrare liberamente trasferendo così atmosfere invernali in atmosfere primaverili. Raggi spietatissimi nel risucchiare geometrie e dinamiche qua e là sparse come quinte. Rigorosissimi nel restituire un tutt'uno senza manomissione alcuna, o «aberrata illustrazione» come può capitare nella comune ottica.
Anche in questo caso, inteso come studio riflessivo sulle angolazioni e volumi complessi, il foro stenopeico, abbinato ai magistrali fogli Cibachrome e suo processo, rimette in qualche modo in discussione la presunta fedeltà ottica indiscussa.
II filtro compensatore, la scatola focale cm. 20, il tempo posa minuti 7', San Marco resa deserta; ecco, lo spazio stenopeico apparente invade lo spazio geometrico, in questo spazio si autocancellano decine di persone, di loro solo un soffio di traccia. Notizia sul loro passaggio, nessuna. In compenso, sullo sfondo «l'edificio» finalmente solo.
G.Basilico, G.Morpurgo, I.Zannier, "Fotografia e immagine dell'architettura", Bologna 1980
Catalogo Grafis